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Channel: Relazioni internazionali – Pagina 314 – eurasia-rivista.org
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I contratti sono firmati, i problemi restano

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Fonte: FONSK – Strategic Culture Foundation

L’improvviso riscaldamento dei rapporti nel settore del gas russo-ucraino come esito degli accordi di Yalta firmato tra i due primi ministri di entrambi i paesi e dai negoziati di “Gazprom” con “Naftogaz di Ucraina” che li hanno sottoscritti, suscita sentimenti ambigui. Il fatto che il tradizionale conflitto invernale sul gas si sia rinviato, come minimo, fino alle elezioni in Ucraina, è evidente che costituisce un buon regalo di Anno Nuovo per tutti, persino per l’Europa. Ma è difficile parlare sul tema concernente le prospettive che si apriranno dopo la collaborazione, soprattutto, analizzando la situazione in maniera più tranquilla, escludendo il fattore preelettorale.

I rivali del primo ministro ucraino, Y. Timoshenko, per la corsa al seggio presidenziale, hanno manifestato il loro disappunto sui nuovi accordi in materia di gas. I documenti su questo tema, firmati a Mosca, non riducono i principali rischi, rapporti con le forniture e attraversamento del gas russo, ha dichiarato il rappresentante dei problemi internazionali sulla sicurezza energetica del presidente dell’Ucraina, B. Sokolóvskiy. Secondo le sue parole, “Naftogaz” e “Gazprom” hanno normalizzato sotto forma scritta solo una minima parte dei temi problematici. “Il presidente dell’Ucraina fa appello alla sua controparte russa ed esige dal governo dell’Ucraina e dalla Compagnia Anonima Nazionale “Naftogaz di Ucraina” continuare improrogabilmente i negoziati sul riesame di tutte le clausole problematiche che concernono i contratti in materia di gas del 19 gennaio 2009 con l’obiettivo di stabilire la reciproca collaborazione vantaggiosa, trasparente e tra soci in questa sfera”, cita Sokolóvskiy al servizio di stampa dell’Ucraina.

Un altro rivale della Timoshenko, l’ex speaker della Rada Arseniy Yatseniuk, afferma che con l’attuale scelta di voler rinunciare alle multe, “Gazprom” desidera “mettere l’Ucraina in ginocchio”, poiché in un secondo momento le solleciterà tutte a livello giudiziario. “Dovremmo pregare la Russia in ginocchio affinché non applichi le sanzioni pecuniarie – preoccupa agli elettori Yatseniuk-, vorrà dire che dovremmo nuovamente consegnare qualcosa in cambio, poiché, come si sa, Mosca non crede nelle lacrime”.

V. Yanukovich, un critico non meno attivo della Y. Timoshenko, è intervenuto al cospetto della sua principale rivale nella lotta per la carica presidenziale. In un’intervista rilasciata alla BBC ha commentato i negoziati di Yalta stipulati dai primi ministri della Federazione Russa e dell’Ucraina, affermando che “capisce bene perché Vladimir Putin ha dichiarato che si sente a suo agio. Loro hanno già aumentato il prezzo del gas fino al livello di quello europeo, mentre noi prospettavamo questo obiettivo dal 2012. Avevamo messo come condizione il fatto che avremmo avuto bisogno di tempo”, -ha dichiarato il leader del Partito delle Regioni. In questa maniera ha praticamente accusato a Y. Timoshenko di rilasciare concessioni unilaterali alla Russia. Cercando di svalutare i successi raggiunti dalla signora Timoshenko sul fronte del gas in direzione della Russia, V. Yanukovich, ha dichiarato all’unisono insieme a V. Yuschenko, che non esiste alternativa al controllo da parte di Mosca dei contratti sul gas. “Attualmente non esiste nessuno che possa dire che si trova soddisfatto dalla situazione esistente nel mercato del gas. Molto di quello che si stava facendo, frequentemente lo si faceva in forma selettiva, il cui scopo non era di carattere economico ma, soprattutto, politico. E qui bisogna correggere tutto”, -considera il signor Yanukovich.

È evidente che Timoshenko sta celebrando nuovi accordi. “Il fatto che per la prima volta in 18 anni abbiamo firmato il presente contratto di mercato, rappresenta l’assoluto rinvigorimento della sovranità Ucraina. Sono dei rapporti tra soci paritari”. Sembra, tuttavia, che non è proprio così. Non è stato un caso se già il 27 novembre “Naftogaz di Ucraina” abbia proposto a “Gazprom” di riesaminare il contratto, nel quale è presente la formula del prezzo del gas. “Consideriamo che la formula di calcolo del prezzo del gas prevista dal contratto tra la compagnia e la Società Anonima Aperta “Gazprom”, possa essere soggetta a dibattito e correzione per ottimizzare il prezzo del gas in Ucraina”. Come recita l’adagio, non si è finito di asciugare l’inchiostro…

Per l’Ucraina il problema del prezzo del gas russo non è stato del tutto risolto. Per il momento, Timoshenko ha accettato la formula “europea”, ma è un concetto abbastanza sbiadito: parlando del “prezzo europeo”, Mosca può prendere in considerazione il prezzo del gas all’ingrosso in un paese e Kiev, nell’altro. In qualsiasi caso il prezzo richiesto e quello offerto possono sempre variare l’uno dall’altro in 1-2 milioni di dollari. Tale reticenza crea le condizioni favorevoli per conflitti venturi. Fino alla firma dei documenti degli accordi di Yalta non si può escludere del tutto che le forniture potrebbero essere sospese e i debiti di “Naftogaz” continueranno ad aumentare. Tutto ciò può avere come esito che i consumatori europei rimarranno ancora una volta per un po’ di tempo senza combustibile.

Di modo che abbiamo una insoddisfazione interna da parte dei politici di Kiev. Il prezzo del gas per l’Ucraina crescerà considerevolmente nel 2010 di un 28%. E crescerà ancora di più il prezzo della circolazione del gas russo di un 60%. Tuttavia, questi mezzi si destineranno anche al pagamento delle forniture del gas, il che è vantaggioso per “Gazprom”, poiché migliora le potenzialità del pagamento del socio, le quali sono molto limitate. Come se non bastasse, il fatto che gli europei si rifiutassero di concedere crediti all’Ucraina, è stato spiegato, secondo le parole dei rappresentanti di “Naftogaz”, perché le condizioni erano inaccettabili. Ora la compagnia si vede obbligata a chiedere denaro alle banche russe. Secondo dati non ufficiali, la direzione di “Naftogaz” si recava a Mosca non solo per i negoziati con “Gazprom”, ma anche per gli incontri con i rappresentanti delle organizzazioni di credito, VEB, Alfa-bank e Gazprombank, per attirare il finanziamento destinato ai pagamenti delle forniture di gas russo a novembre e a dicembre. Si tratta di una somma che raggiunge il milione di dollari e che consentirebbe al governo di Y. Timoshenko livellare l’eventuale rischio di riluttanza ai pagamenti da parte di V. Yuschenko, il quale controlla la Banca Nazionale dell’Ucraina ed è capace di bloccare la concessione dei crediti a “Naftogaz”. Ciò nonostante, trasformerà il consorzio nazionale ucraino in un grande debitore delle banche russe. Questa notizia ha provocato un brusco rifiuto nell’apparato del presidente ucraino. “Ciò che più inquieta è l’informazione sui cosiddetti crediti per la Compagnia Anonima Nazionale “Naftogaz di Ucraina”. Se nonostante ciò, a Mosca si continua a parlare di credito di 1 milione di dollari, non è altra cosa che la consegna del Sistema del Gas e dei Trasporti”, ha asserito B. Sokolovskiy.

A cambio delle concessioni da parte russa, Kiev ha promesso che la modernizzazione del sistema di trasporto del gas (STG) si compierà con la partecipazione della Russia. E la partecipazione della Russia nel finanziamento dello STG gli consente, potenzialmente, ricevere l’accesso alla sua conduzione futura. “È il tema chiave per il Cremlino: chi finanzierà lo STG, teoricamente potrà aspirare nel futuro della sua conduzione”. –considera Serguey Tulub, membro del comitato del Rada Supremo di Ucraina del Complesso di Combustibile ed Energia.

Il sistema di trasporto dell’Ucraina è, secondo la legislazione, proprietà dello Stato, la cui sovranità sulla conduttura del gas, esclusivamente intesa da Kiev come la non ammissione di Gazprom, è diventata una sorta di “mucca sacra” della politica quotidiana ucraina. E, senza dubbio, l’inclusione della Russia negli accordi in materia di gas per la modernizzazione dello STG ucraino, diventerà, dopo le elezioni nel mese di gennaio del presidente dell’Ucraina, un importante nudo conflittuale nei rapporti tra Kiev e Mosca.

In quali cifre si riflettono le concessioni offerte da parte russa? Nella somma delle perdite di Gazprom, ad esempio, si può inserire la rinuncia delle sanzioni pecuniarie per la differenza di gas inferiore al livello pattuito. Secondo le stime del presidente dell’Ucraina, la somma solo per l’anno in corso potrebbe superare gli 8,7 milioni di dollari. Il peggio potrebbe essere altro: il reale esame delle condizioni del contratto per la diminuzione dei volumi di gas garantiti dall’acquisto, è un cattivo esempio per gli altri clienti di Gazprom in tutta Europa, i quali stanno cominciando a esigere analoghi vantaggi. Tutte le esperienze che concernono i rapporti della Federazione Russa con l’Ucraina indipendente, confermano che il finanziamento dell’economia ucraina da parte di Gazprom per molti anni non ha portato a nessuna stabilità in questi rapporti (anche se, secondo le parole del presidente russo, D. Medvedev, il volume totale delle preferenze concesse all’Ucraina durante il periodo della vendita del gas naturale russo, petrolio e alcuni altri tipi di fonti di materia prima, ha rappresentato un volume che oscilla tra i 75 e i 100 mila milioni di dollari). Di modo che è molto difficile aspirare a un’ulteriore e diafana collaborazione.

Ancora più strano sarebbe aspirare “alla gratitudine” da parte ucraina per altre concessioni in materia di gas. Le ragioni sono completamente obiettive. Secondo i risultati delle elezioni presidenziali, è impossibile la vittoria assoluta di una sola delle forze: se, per esempio, vincesse Y. Timoshenko, rimarrebbe un’opposizione forte e scontenta della politica di Mosca, sottoponendo all’ostracismo qualsiasi accordo in materia di gas con Russia, e procurerebbe nelle azioni del nuovo presidente “il tradimento degli interessi nazionali” a favore di Gazprom. In più, Timoshenko rimarrebbe seriamente limitata per quanto concerne l’attuazione dei propri obblighi, i quali sono stati assunti, indubbiamente, nei negoziati con il primo ministro V. Putin, a cambio di alcune concessioni sul gas. Sorgerebbe di nuovo un campo di conflitto negli obblighi incompiuti che non consentiranno creare una costruzione di collaborazione stabile in tutto lo spettro dei rapporti economici e politici. E poiché la sfera del gas è tradizionalmente “la zona più sensibile” nei rapporti di entrambi i paesi, precisamente qui, innanzitutto, è probabile che si manifesti un conflitto.

Igor TOMBERG –  Centro studi Energia e Trasporti dell’Accademia russa delle Scienze

Traduzione di Vincenzo  Paglione

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